domenica 31 marzo 2013

SEMPLICEMENTE UN PENSIERO

Il seguente articolo non è autorizzato dall'autore dello stesso testo di seguito riportato, ma poiché sono rimasto colpito dalle sue parole semplici e profonde, ho deciso di crearne un post. LB


Il testo recita così:

Si usa ancora far gli auguri? Per me sì.
Piero poi è un'altra cosa: mette da una parte la retorica, ti guarda negli occhi e suggerisce che ri-sorgere consiste nell'essere centrati su di sè.
Ecco la vittoria, con infinita serenità.


Auguri di questo, 
Beppe Rinaldi

sabato 23 marzo 2013

E' Semplice


La professionalità nell'esercizio della propria attività è cosa fondamentale. I contesti cambiano, le normative e regolamenti si sviluppano e cambia anche la società nella quale operiamo. Cambia l'approccio con il quale il cliente a noi si rivolge e cambiano anche le relazioni che ci legano con il mondo istituzionale. Tutto cambia, e con lui anche noi!

Siamo Architetti e amiamo quello che facciamo. Abbiamo cura del risultato del nostro lavoro ed operando in contesti in evoluzione continua dobbiamo essere figli del nostro tempo per non rimanere indietro. Affrontando temi per noi -e per i rapporti con la collettività- fondamentali, cerchiamo di valutare le regole del gioco (vecchie e nuove) e le loro dinamiche.

I punti attorno ai quali svilupperemo i nostri argomenti saranno:
  • relazione con la Committenza
  • relazione con le Istituzioni
  • tutela dei/nei nostri interventi
  • aggiornamento continuo
  • etica e deontologia
  • info generali sulla professione
Obiettivo è quello di rendere più "semplice" la nostra professione facendo chiarezza su tanti aspetti.
Il gruppo è aperto! quindi entra anche tu dando il tuo contributo.
Lorenzo Biagioli

venerdì 22 marzo 2013

DONNE ARCHITETTO

COSTANTIN BRANCUSI - LA MUSE ENDORMIE  - 1910 PARIS

COSTANTIN BRANCUSI - LE NOUVEAU-NE'  - 1915 PARIS
 La forza di queste immagini tiene fermo e sostiene il pensiero che voglio esprimere sulla mia natura femminile piuttosto difficile da elaborare senza scivolare in facili eccessi e sbrigative sentenze sociali e politiche.

La musa dorme, non ha bisogno di aprire gli occhi per rimanere salda pur precariamente appoggiata, come lo siamo noi donne nella nostra realtà, ma quegli occhi chiusi mi tormentano e così mi spiego che per lo scultore poco aveva importanza quanto gli occhi potessero vedere e la stessa posizione della testa non eretta ma inclinata anzi abbandonata sul piano, la dice lunga sulla funzione  di questo femminile ispiratore mentre dorme.

 Poi guardo  il neonato con la bocca spalancata in un urlo di cui solo noi donne conosciamo la profondità e l'intensità che si ricollega  al nostro corpo e con cui ogni giorno dobbiamo confrontarci.

L'ho presa larga  per chiedervi  e chiederci com'è che, nella nostra società, non c'è un pensiero femminile autonomo ed indipendente sulla professione architetto? Ci sono bravssimi architetti donna, alcuni di notevole importanza nella storia dell'architettura, ma che ne è della massa di architetti donna?

Già è fastidioso questo titolo professionale che non ha la sua declinazione femminile, anche se personalmente mi diverte pregiarmi di un titolo maschile davanti al mio sdolcinato nome di fiorellino di campo.

Rimane però la mia amarezza di non aver mai visto lo sviluppo di un gruppo di "donne architetto" che avessero veramente voglia e coraggio di confrontarsi sulle diversità.

In una società in cui i "diversi" hanno il diritto di essere uguali, ho la senzazione che noi donne ci nascondiamo o vergogniamo di essere diverse, di avere una diversa organizzazione mentale, una diversa capacità di sintesi, una diversa educazione, una diversa realtà sociale, un diverso modo di fare architettura per una diversa percezione del corpo e dello spazio.

E' già difficile portare avanti battaglie sul riconoscimento dei nostri diritti di architetti, che dobbiamo proprio dimenticarci che spesso le prime a pagare    nelle difficoltà siamo noi donne?

Tralascio il riconoscimento di diritti, come quello della maternità che la mia generazione non ha conosciuto, perchè principalmente mi interessa sviluppare un dibattito da cui scaturisca l'esigenza di confrontarci sul diverso nostro modo di lavorare, sulle reali difficoltà, sull'incacità di sapersi associare, un dibattito che faccia emergere soluzioni e metodologie diverse da quelle conosciute, per portare avanti una politica professionale che attinga anche alla nostra femminilità.
arch. Margherita Prenleloup