mercoledì 24 aprile 2013

Donne Architetto e crisi economica



L’Italia è uno dei paesi con la maggior percentuale di donne architetto.
La ricerca Lo Stato della professione dell’Architetto in Italia: i temi, la crisi, la riconfigurazione” realizzata dall’Osservatorio Cnappc – Cresme, dice che la quota di professionisti donna tra gli architetti è arrivata a superare il 40% su 145.000 architetti e che gli uomini guadagnano l’80% in più delle donne.
Come se non bastasse, in Italia, la crisi economica sta penalizzando fortemente la condizione lavorativa femminile.
L'articolo di oggi di Eleonora Carrano su Il Fatto Quotidiano conferma che se il futuro per l'architetto è difficile “per una donna ovviamente le cose vanno peggio: con una curva reddituale meno costante e con un reddito medio di partenza pari a 10.000 euro, dopo 30 anni di contributi andrà in pensione a 65 anni con 6.500 euro di reddito annui, mentre con le vecchie pensioni avrebbe percepito 14.000 euro.

Silvia Angotti 




Il futuro da (ri)disegnare: pago adesso però....Inarcassa



In un articolo dal titolo "La verità sulla riforma Inarcassa" scritto da Eleonora Carrano il 23 Aprile 2013 su Il Fatto Quotidiano, si capisce cosa vuol dire per un giovane professionista esercitare la professione e pensare al proprio futuro. Anche i meno giovani non sono immuni...per non parlare degli "esperti" o di coloro che devono ricongiungere più casse! Insomma, l'attuale riforma Inarcassa non piace a nessuno.

I tanti appelli, lettere, riunioni, iniziative di gruppo e quant'altro organizzati dai tanti professionisti prima che la riforma stessa fosse operativa, sembra che non siano mai stati ascoltati, debitamente valutati e quindi risolti. Anzi, sembra adesso che le tante voci non siano mai state professate (molto italico questo!). 

Nell'articolo vengono rese note delle condizioni che disegnano un futuro difficile (... lo sapevamo!) confermando che gli appelli e le proteste che anticipavano l'emissione della riforma erano validi e fondati. Ma in Italia la possibilità di dialogare con le istituzioni è cosa risaputa: difficile se non impossibile!

...e ci si chiede ancora perché i professionisti decidono di andare all'estero?

Mi chiedo:
L'Ordine in tutto questo cosa ha fatto?
Ha voce in capitolo?
Se si, perché allora ha permesso che la bomba scoppiasse?
Se no, perché non si è imposto?
Chi tutela il professionista?
Lorenzo Biagioli


mercoledì 17 aprile 2013

L'IMPOSSIBILITÀ DI ESSERE… ARCHITETTI

In questo paese dove “il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili” (P.P. Pasolini), è illusorio aspettarsi soluzioni ai problemi della nostra professione da chi sembra invece esercitarsi a creare ostacoli (finanziari ma non solo) che finiscono con il soffocare entusiasmi, creatività e libertà in un lavoro che vive di questo. Oggi, a differenza che nel Medioevo, l’architettura va considerata un’arte maggiore, perché incide fortemente sul territorio e sulla vita quotidiana degli uomini, ne interpreta i bisogni e li traduce in soluzioni, apparentemente tecniche, ma in realtà cariche di valenze sociali, economiche, ambientali, politiche. È una professione che appartiene a tutti, e questo aumenta la responsabilità di chi vi opera e di chi la governa.
In questa fase di grande crisi e di profondi cambiamenti, occorre allora aprire una riflessione che non rimanga nel chiuso della nostra corporazione ma che sia aperta alle idee anche più lontane, da un lontano geografico e da un lontano temporale, che sia capace di confrontarsi con la diversità di vedute, che discuta di obiettivi funzionali, e però sostenibili ed esteticamente godibili, nella consapevolezza che ogni forma non è neutra ma esprime un contenuto interiore.

Siamo di fronte a cambiamenti su molti fronti, che possono mettere in gioco le nostre competenze, e in definitiva la nostra professionalità. Non mi riferisco solo alle pur importanti innovazioni di tipo fiscale, assicurativo, previdenziale (che pure non saranno senza conseguenze, e di cui quindi bisogna discutere); e neppure al problematico rapporto con ingegneri, geometri o periti (che richiede comunque una risposta sui limiti che ci distinguono e sulle relazioni che ci uniscono). Ma anche a questioni di più largo respiro e di interesse più generale: le difficoltà dei giovani, il precariato, il lavoro nero; e poi l'insoddisfacente preparazione pratica, la formazione permanente e le sue insufficienze, l’esodo dalla professione, le discriminazioni di genere; infine, i livelli di soddisfazione del lavoro, nei suoi aspetti espressivi, di contenuto e di qualità, ma anche nei suoi risvolti strumentali, di reddito percepito e di reddito desiderato. Di tutto questo non può non farsi parte attiva l’Ordine professionale, che può diventare il laboratorio per la gestione degli strumenti per la riqualificazione e la tutela del lavoro dell'architetto. Da parte mia, per quello che so e posso, mi impegno a dare su questi ed altri punti un contributo di idee e di proposte, per una difesa non corporativa ma di rivendicazione dei profili più alti della nostra professione.
Silvia Angotti

domenica 14 aprile 2013





La Riforma della Professione/ vedi circolare del presidente CNA ai Presidenti degli Ordini

Ecco cosa scrivevo quasi 2 anni fa: è cambiato qualcosa? Sì: il CNA si è impadronito della redazione unilaterale del Regolamento sulla Formazione Obbligartoria (come gli consente la legge, sulla quale, 2 anni fa, il Consiglio OAPPC di Firenze pensò bene di non proferire verbo).

La Riforma della Professione
vedi circolare del presidente CNA ai Presidenti degli Ordini
Cominciamo da una notazione formale: abile il nostro Presidente CNA a sostenere: “... gli altri
elementi, già contenuti nelle nostre proposte del passato, sono: la formazione continua..., il
tirocinio professionale..., l'assicurazione obbligatoria...,”
Come mai il Presidente ha paura di pronunciare le parole: formazione obbligatoria?
Vale la pena di scorrere questa circolare del Presidente del CNA ai Presidenti, badate bene, non
ai Consigli.1
Freyrie canta le magnifiche sorti e progressive di questo inizio di riforma del mondo delle
professioni che il CNA avrebbe contribuito a far nascere, con questo Decreto Manovra.
Certo, perchè Freyrie era accanto al fior fiore del conservatorismo delle professioni
rappresentato dalla Siliquini, Vietti, Mantini, Pisicchio quando se ne uscivano con proposte che in
quest'ultima manovra si ritrovano.
Noi possiamo però domandarci come può Freyrie pensare che un governo allo sbando come
questo, incapace di una visione coerente e complessiva, (e lo vediamo in questi giorni, che
siamo già alla 3^ versione del decreto-bis) tutt'a un tratto si sia rinsavito e abbia cominciato a
generare l'unica proposta coerente di tutta la manovra: la riforma delle Professioni.
Freyrie (e il CNA) purtroppo stanno all'interno di quella corrente di pensiero bipartisan che a sua
volta sta tutta nel ricondurre i Professionisti dalla Libera Professione alla Professione di Stato,
saldamente in mano ai vertici degli Ordini e totalmente lontana dalla Professione (al contrario di quanto avviene nei paesi anglosassoni o nel resto d'Europa).
Questo della riforma della Professione è un tema di liberalizzazione che ci ritroviamo fra capo e
collo, imposto da un governo (e da un CNA che lo plaude), e di cui, all'esame ravvicinato, non se
se ne rintracciano le connessioni logiche.
Nel senso della coerenza generale degli specifici provvedimenti rispetto ad una complessiva
riforma, ed alle conseguenze, per noi Architetti, che innesca (cui nessuno accenna).
E la dimostrazione sta sia in quest'ultimo provvedimento, sia nel di poco precedente tentativo,
per adesso abortito, di dare inizio alla decimazione degli Ordini. Insomma due cose che si
annullano fra loro e che testimoniano lo stato confusionale nel quale versa chi oggi deve
decidere. Una cosa è certa: che, tanto per non sbagliare e ingraziarsi chi, senza mandato, nelle
Professioni decide (CN vari e Ordini), intanto si comincia dalla Formazione Permanente
Obbligatoria.

ANDIAM A SCUOLA



Mentre tutti noi ci apprestiamo a tornare a scuola vi segnalo questo  articolo FORMAZIONE PERMANENTE  che mi fa riflettere come tutte queste "novità" della Riforma Professionale siano state buttate li a casaccio senza averne  valutato le conseguenze, per me formazione ed aggiornamento non dovrebbero essere un problema di chi deve o non deve farlo o un modo diverso di controllo e di  omologazione  ma un'occasione comunitaria di apertura ed arricchimento della propria cultura ed esperienza professionale.

Margherita Prenleloup

sabato 13 aprile 2013

Sull'Assicurazione Professionale obbligatoria


Una compagnia può rifiutarsi di assicurare un professionista? Sì.


L'assicurazione diventa obbligatoria per legge, ma non c'è alcuna norma che obblighi una compagnia ad assicurare un professionista che in passato abbia ricevuto numerose richieste di risarcimento danni. Ancora: chi ha già una lunga esperienza ed è considerato "a rischio" potrebbe incontrare difficoltà nell'assicurarsi o dover accettare premi molto alti.


Dedico questa nota a tutti i Consiglieri degli Ordini, e per primo al mio, che stanno affannando a coprire tecnicamente questa frode sociale senza aver MAI indagato le ragioni reali e aggressive dei Governi e del CNA nei nostri confronti. Per loro la finanziarizzazione dell'economia a nostre spese è cosa ovvia. Beh, fatevi un vinsanto e 2 cantuccini, accomodatevi più in là: prima o poi lo tzunami arriva.
Giuseppe Rinaldi



venerdì 12 aprile 2013

POS = Piano Operativo ...Sconti ?...NOO! Point of Sale


Vediamo cosa abbiamo inventato adesso ... ah si ... il sistema POS (Point of Sale)

L'articolo ha già un pò di tempo, ma è sempre bene ricordare -specialmente a chi sta intraprendendo la professione da poco tempo ... e quindi deve mettere in conto i costi base!- che il Decreto Sviluppo bis (supplemento ordinario n.208 alla Gazzetta Ufficiale n.294 del 18 Dic 2012) obbliga i professionisti dal Gennaio 2014, a dotarsi di strumentazioni per i pagamenti a mezzo carta di credito o debito in maniera che i soldi vadano subito su un conto corrente e quindi possano essere tracciati tutti i flussi di denaro. Questo per evitare l'evasione fiscale.

EdilTecno, quotidiano online per professionisti tecnici, descrive in dettaglio il sistema nell'articolo PoS obbligatorio per professionisti .

Ad essere onesti all'estero è molto usata la carta di debito e credito...anche dal fornaio -certo che loro con commissioni a costo zero, sebbene su importi minimi, se lo possono permettere!
Sono attivi già da diverso tempo dei sistemi "touch as you go" tipo la mitica Oyster card per prendere i mezzi pubblici a Londra. Addirittura adesso sono andati ulteriormente avanti: con i sistemi di carte "touch and pay".


Ma qui in Italia siamo ancora lontani da tutto questo!!...mi sa che toccherà fare bancomat ogni volta che dovremo comprare anche solo 1 lt di latte.
Lorenzo Biagioli

giovedì 11 aprile 2013

Toc toc...posso lavorare gratis?


Il tema è sempre caldo ... e se ci avviciniamo all'estate lo diventa ancora di più :)
Uno dei problemi dei professionisti è riuscire a strappare un incarico e spesso siamo chiamati a dover gestire lavori sottocosto pur di essere "impegnati" e dimostrare la propria efficienza.

E' naturale che lavorare è fondamentale per vivere e senza di esso non si mangia, non ci spostiamo, non possiamo investire, non possiamo aggiornarci e via dicendo. Ma cosa succede se è la stessa Pubblica Amministrazione che ci offre un lavoro senza compenso?

Ci compriamo il pane, paghiamo l'affitto/mutuo, facciamo il pieno di carburante, paghiamo la retta dei figli, paghiamo bollette, ci vestiamo, paghiamo medicine, sosteniamo la quota di iscrizione all'albo, etc etc etc soltanto se abbiamo scritto nel CV "collaborato col Comune di XYZ per il progetto ABC" ?

Il recente articolo pubblicato da Le Inchieste de La Repubblica Lavoro si, ma Gratis ci informa dello stato di fatto di alcuni bandi italiani per la ricerca di professionisti disposti a regalare il proprio tempo e lavoro.

La cosa assurda è che se c'è una offerta ci saranno anche (purtroppo) bravi professionisti che rispondono all'appello!

Mi chiedo se questa deriva ci farà prima o poi approdare in qualche lido o ci lascerà in alto mare (come sospetto che sarà se gli albi professionali continuano a tacere anziché impedire che ciò possa avvenire).
Lorenzo Biagioli


martedì 9 aprile 2013

Assicurazione professionale ... tutela per chi?




Sto pensando all'assicurazione obbligatoria: il punto dolente non è l'assicurazione in sé, ma l'obbligatorietà. Perverso vizio tutto italiota.

Da tempo immemorabile l'italiano è considerato, da chi lo governa, un eterno ragazzo che ha bisogno di ordini e di scappellotti, e nonostante questo non cresce mai e ha eternamente bisogno della mamma e della famigghia.

L'obbligatorietà per tutelare il cliente dal Professionista Italiano, notoriamente un levantino mascalzone, è la foglia di fico per nascondere la violenza finanziaria imposta ai professionisti obbligati a contrarre polizza. Il medesimo obbligo non esiste per la Compagnia assicurativa che può respingere la tua richiesta di assicurarti. Dunque la cosa si manifesta, con molta semplicità, per quello che è: una violenza a senso unico, un rastrellamento di danaro estorto con la pistola della Commissione di Disciplina puntata alla tempia del Professionista.

L'obbligatorietà ha poi, in questo Paese, un'altro effetto devastante: consente alle Compagnie un dominio assoluto del mercato monopolista.

Riflettiamo un attimo: se l'assicurazione non fosse obbligatoria ci assicureremmo ugualmente, ma il coltello dalla parte del manico lo avremmo noi Professionisti e questo renderebbe un capello più virtuose anche le Compagnie, che come minimo studierebbero molto più in profondità le casistiche che si aprono. Invece così le polizze saranno una brodaglia indistinta e non tuteleranno nè noi, nè il cliente.

Giuseppe Rinaldi

PS: il presente post è stato pubblicato pur senza autorizzazione del suo autore. Ma poiché il suo contenuto è una riflessione valida per tutti gli architetti che esercitano onestamente la professione, ho ritenuto doveroso pubblicarlo. LB

venerdì 5 aprile 2013

Labirinto o Gioco dell'Oca ?



Nell'ultimo numero della rivista l'Architetto che il CNA ci invia per PEC ma che si può consultare  direttamente nel sito del CNA, c'è un articolo sulla  Riforma della Professione.

L'articolo si intitola "gli architetti e le nuove regole"  francamente non mi sembra che dica molto ma se volete sapere qualcosa di più sempre nel sito del CNA c'è un vademecum  esplicativo articolo per articolo, sulla Riforma della Professione (CNA-Vademecum sulla Riforma della Professione) mi sono resa conto poi che è veramente impegnativo cercare e leggere quanto scritto sia dal CNA che dagli Ordini Provinciali o nei vari Siti di Architettura, dove si parla sempre e comunque di obblighi e mai di diritti.

Per questo anche a rischio di essere troppo pragmatica invito tutti a  far girare tra noi le diverse informazioni che abbiamo per poterci confrontare sulle disposizioni che ci crolleranno addosso per assolvere gli obblighi normativi, perchè francamente fino adesso ho la strana sensazione che più che un labirinto si tratti del solito gioco dell'Oca dove i dadi che determinano le nostre fortune ci possono riportare nonostante la fatica fatta per raggiungere il traguardo sempre al punto di partenza ......quello che bisogna arrangiarsi alla bella e meglio per poter andare avanti !!
Margherita Prenleloup