mercoledì 12 giugno 2013

Elezioni 2013 Consiglio OAPPC Firenze... La messa è finita

Parafrasando il titolo del sociologo Ilvo Diamanti su Repubblica di stamani, la svolta oltre i 4 anni di firmiamolalettera è sottolineata dal crescente peso dell'astensione, cresciuta notevolmente, rispetto alle elezioni precedenti. A conferma che la messa è finita. In altri termini: il voto non è più una fede. Così, occorrono buone ragioni per votare una lista o un candidato. E, prima ancora, per andare a votare. 

I Colleghi intervenuti ieri in Mugello erano pari al numero dei candidati presenti e da sempre assidui della Commissione, e soprattutto, aspetto non secondario, erano donne.
Nota ludica finale, che si ripete dall'incontro nel Valdarno, la distribuzione di santini elettorali da parte dei colleghi della lista più numerosa, che ricorda l'immagine dell'agit-prop anni 50 e anche la disponibilità finanziaria della loro lista.

Praticamente nessun Collega del Mugello è intervenuto.
Così- facendo le debite proporzioni- a Firenze, Così in Valdarno, Così nell'Empolese Val d'Elsa.
La scomparsa del voto del Collega iscritto è un fatto.

Analogamente a quanto sostiene Diamanti, perché "non votare", in una certa misura, è un modo per votare. Non sarà allora che gli Architetti non danno nessun peso all'Ordine nella loro vita professionale? Non sarà che è radicato il pensiero che i suoi problemi, l'Ordine è l'ultimo a poterglieli risolvere?

Eppure è un fatto che l'Ordine, uscendo fuori dagli schemi, uscendo da se stesso si potrebbe dire, potrebbe incidere sulla vita professionale dell'Iscritto. Ma una delle considerazioni più rilevanti è che l'Ordine esiste e io sono obbligato a iscrivermi. PUNTO.

Come sosteneva ieri sera Silvia Angotti (11Giu2013, durante l'incontro del Mugello), l'obbligo genera rifiuto, accettazione rassegnata, non certo partecipazione. E così ogni Collega si richiude di nuovo in se stesso, affronta in solitaria i suoi problemi, ai quali, ne è convinto, l'Ordine non potrà, in assoluto, dare soluzione.

Qualunque sarà l'esito di queste votazioni, la sconfitta dell'Ordine come punto di riferimento degli Architetti è palese. Ma la coltivazione di questa sconfitta è frutto sempre di scelte di politica professionale, sempre di donne e uomini che all'Ordine lavorano: come in me, come nel Consiglio uscente, come in chi ha lavorato in questi anni nelle Commissioni.

La lontananza degli Iscritti è frutto della nostra non-risposta ai problemi dell'Architetto che ogni giorno esercita sul territorio, lavora negli uffici degli Enti, sta sui cantieri delle Imprese, interviene nell'arredamento, agisce nel campo immobiliare, si occupa di contrattualistica e di catasto, insegna, tenta la carriera universitaria, fa lo "sciampista" negli Studi di Colleghi ormai affermati.

Come farà dunque il candidato al nuovo Consiglio solo lontanamente a pensare di cambiare, se non quello dei Colleghi, almeno il suo, di modi di pensare e di agire per dare servizi a tutti gli Iscritti?

La risposta viene solo e unicamente dai bisogni, dalle necessità, dai valori cui ognuno di noi vuole dare, appunto, risposta. Riconoscersi in Associazioni che, a partire dall'imprescindibile tema delle Competenze, rappresentino le tante varianti nelle quali ormai si esprime il nostro mestiere e in un'Ordine che trasformi se stesso da Ente sovraordinato alla sua vita al semplice registro delle sue accertate competenze.

Giuseppe Rinaldi 

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