Cari colleghi
La mia attività
professionale è stata brevissima e dopo anni di casalinga. Mi sono iscritta
all'ordine di Firenze nel '92, ma già nel '93 mi sono trasferita a Verona e per
cinque anni sono stata iscritta in quell'ordine.
Ero appena arrivata in
una città ospitale ma dove non conoscevo nessuno e l'ordine è stato un modo per
stare con qualcuno che parlava una lingua conosciuta, l'architettura.
All'interno
dell'ordine ho frequentato due corsi di aggiornamento nel '95 e nel '96. Avevo
fatto amicizie e forse avrei potuto iniziare a lavorare.
Motivi familiari, che
mi hanno fatto molto soffrire, mi hanno riportato a Firenze nel luglio
'97, nella città con il più alto numero di architetti in Italia, con due figli
piccoli e con tutti i contatti precedenti pressoché bruciati.
Dopo un primo
sbandamento sono andata da uno dei miei amati professori dell'università e dal
'98 prima pigiando il pulsante delle diapositive (ancora si chiamavano così, e
non slide e i power point non erano ancora all'orizzonte, per lo meno ad
Architettura) è iniziata la mia carriera universitaria. Quindi non avrei più
avuto bisogno, né dell'ordine, né del timbro, ma sono sempre rimasta iscritta
per quel senso di appartenenza, di casa, che l'ordine rappresentava nella mia
testa e nella mia vita.
Tutto questo per dirvi
che nonostante tutto l'ordine può e deve essere un punto di riferimento.
E' una casa per gli
architetti.
E' stato un po' uno
shock scoprire che quasi non serve a niente, che è spesso solo un luogo di
potere.
Ieri fra i tanti che
hanno parlato, qualcuno ha detto che l'ordine di Firenze non è rappresentato a
livello nazionale o qualcosa del genere. Ma non lo è perché non ha lavorato
bene e quindi il collega era giustamente preoccupato o perché è stata
calpestata, secondo lui, la fiorentinità?
Ecco Firenze è una
città che vive di passato, che si crede ancora la città del Rinascimento,
mentre è una città impoverita dove le Archistar scappano (Nouvel) o dove
progettano uno sgabello (Isozaki), perché non è progettazione.
Non solo non c'è
interesse dei colleghi per la vita dell'ordine e della città, ma anche i
cittadini sono ottusi verso l'architettura.
Io non so di cosa
parlate quando parlate di restauro , certo è che Isozaki non è restauro, ma non
lo è neanche la progressiva pedonalizzazione del centro. La città è stata
regalata ai turisti per bieco interesse e a chi ha le gambe. Le
pedonalizzazioni si fanno quando esistono mezzi alternativi per andare in
centro, ma prima o poi l'artrosi verrà anche ai giovani di oggi! E i restauri
non si fanno mettendo lancette finte su orologi ma ricucendo aree che
hanno perso la loro unicità.
Firenze non esiste più
e non penso sia solo perché è invecchiata, ma non ha saputo modernizzarsi.
Non so se questi sono
spunti utili per voi tutti e che potrei sintetizzare così:
- l'ordine dovrebbe
tornare ad essere una casa;
- gli architetti
dovrebbero poter dialogare di più fra loro;
- il potere
dell'ordine fiorentino ha senso solo se serve per migliorare la professione
dell'architetto e non solo in quanto di Firenze;
- andrebbero educati i
fiorentini, la città ha bisogno di rinnovarsi, non di chiudersi sempre più.
Con affetto e gratitudine per questa
opportunità che mi è stata data
Arch.Caterina Calvani
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