domenica 14 aprile 2013





La Riforma della Professione/ vedi circolare del presidente CNA ai Presidenti degli Ordini

Ecco cosa scrivevo quasi 2 anni fa: è cambiato qualcosa? Sì: il CNA si è impadronito della redazione unilaterale del Regolamento sulla Formazione Obbligartoria (come gli consente la legge, sulla quale, 2 anni fa, il Consiglio OAPPC di Firenze pensò bene di non proferire verbo).

La Riforma della Professione
vedi circolare del presidente CNA ai Presidenti degli Ordini
Cominciamo da una notazione formale: abile il nostro Presidente CNA a sostenere: “... gli altri
elementi, già contenuti nelle nostre proposte del passato, sono: la formazione continua..., il
tirocinio professionale..., l'assicurazione obbligatoria...,”
Come mai il Presidente ha paura di pronunciare le parole: formazione obbligatoria?
Vale la pena di scorrere questa circolare del Presidente del CNA ai Presidenti, badate bene, non
ai Consigli.1
Freyrie canta le magnifiche sorti e progressive di questo inizio di riforma del mondo delle
professioni che il CNA avrebbe contribuito a far nascere, con questo Decreto Manovra.
Certo, perchè Freyrie era accanto al fior fiore del conservatorismo delle professioni
rappresentato dalla Siliquini, Vietti, Mantini, Pisicchio quando se ne uscivano con proposte che in
quest'ultima manovra si ritrovano.
Noi possiamo però domandarci come può Freyrie pensare che un governo allo sbando come
questo, incapace di una visione coerente e complessiva, (e lo vediamo in questi giorni, che
siamo già alla 3^ versione del decreto-bis) tutt'a un tratto si sia rinsavito e abbia cominciato a
generare l'unica proposta coerente di tutta la manovra: la riforma delle Professioni.
Freyrie (e il CNA) purtroppo stanno all'interno di quella corrente di pensiero bipartisan che a sua
volta sta tutta nel ricondurre i Professionisti dalla Libera Professione alla Professione di Stato,
saldamente in mano ai vertici degli Ordini e totalmente lontana dalla Professione (al contrario di quanto avviene nei paesi anglosassoni o nel resto d'Europa).
Questo della riforma della Professione è un tema di liberalizzazione che ci ritroviamo fra capo e
collo, imposto da un governo (e da un CNA che lo plaude), e di cui, all'esame ravvicinato, non se
se ne rintracciano le connessioni logiche.
Nel senso della coerenza generale degli specifici provvedimenti rispetto ad una complessiva
riforma, ed alle conseguenze, per noi Architetti, che innesca (cui nessuno accenna).
E la dimostrazione sta sia in quest'ultimo provvedimento, sia nel di poco precedente tentativo,
per adesso abortito, di dare inizio alla decimazione degli Ordini. Insomma due cose che si
annullano fra loro e che testimoniano lo stato confusionale nel quale versa chi oggi deve
decidere. Una cosa è certa: che, tanto per non sbagliare e ingraziarsi chi, senza mandato, nelle
Professioni decide (CN vari e Ordini), intanto si comincia dalla Formazione Permanente
Obbligatoria.


Che in italiano significa:
1- Controllo periodico degli Ordini (pardon, delle futuribili strutture di controllo deontologico che
diverranno per questo potentissime e svincolate dagli stessi Ordini) sulle caratteristiche
di permanenza del Professionista nel proprio Ordine/ Collegio (senza timbro in questo paese non
si lavora),
2- Controllo degli Ordini sull'impostazione della Formazione Permanente (nessuna libertà per il
Professionista di attivare propri peculiari percorsi di Formazione), diversamente, ad es.: dagli
Stati Uniti.
Punti peculiari, entrambi, di un'impostazione coercitiva che niente ha a che vedere con il
liberismo di cui tutti (a destra come a sinistra) dicono di fare riferimento. Il che significa anche,
per inciso, la soppressione della caratteristica fondamentale dell'essere quel che nei paesi
ancora civili si chiama Libera Professione.

Di Formazione Obbligatoria Continua questo Governo ne ha parlato molto attraverso i DdL dei
suoi deputati e senatori in tutti questi anni, ma il tema di una ormai necessarissima riforma più
generale della Professione, anche in senso liberale, non è stato in grado di affrontarlo. La
liberalizzazione nelle professioni è uno slogan buono per essere sbandierato a comando, ma che
in realtà è del tutto privo di un coerente disegno di cui invece, oggi, abbiamo un gran bisogno.
Perchè oggi la Professione non è più quella disegnata da Leggi di 88 anni fa, ancora in essere
nonostante il Decreto Manovra.
Identicamente e con proposte circostanziate, hanno fatto i vari CUP e CNA, sempre in totale
assenza di condivisione con gli Iscritti beninteso, e così ha fatto, anche recentissimamente, la
nostra Federazione Regionale della Toscana, sempre guardandosi bene dal condividere il suo
cammino e le sue decisioni, con noi Iscritti (e il Consiglio di Firenze ne ha grande responsabilità).
Come al solito, decidono per noi, senza rappresentarci, così si chiude il cerchio di queste così
democratiche Entità. Così ora capite come mai, dopo questo bel boccone infilato nella manovra
e buttato in bocca ai vari CNA-I-G-P etc., improvvisamente il CNA non starnazza più contro il
Governo.
Il problemino è dunque dibattuto (fra pochi e in modo fuorviante) ma non analizzato, ormai da
tempo. Solo che ora il tempo è scaduto e quel poco che ho visto finora fra noi, francamente, mi
pare vada notevolmente allargato e finalmente documentato e poi discusso.
Ultima frivola notazione:
questi "decisori" dimostrano un notevole grado di superficialità perchè, nel provvedimento,
insistono a parlare di Ordini, quando avrebbero dovuto introdurre almeno le paroline "e Collegi",
per cui, se l'italiano non è una lingua morta, al punto 5 lettera F) dell'Art.3, i diplomati sono
fuori da questo avveniristico provvedimento. Si vede che in questo governo (e all'opposizione), son tutti laureati e i Collegi non sanno neppure cosa siano. Lapsus freudiani.
Beppe Rinaldi, 1 Settembre 2011

1. E' una prassi, soprattutto con le missive a contenuto + "esplosivo". Che prassi democratica! Infatti è notorio che, nonostante il CNA sia "eletto" da tutti i Consigli d'Italia, i Presidenti siano la punta di diamante del conservatorismo ordinistico.

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